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Il Teatro Romano

Il Teatro Romano

Secondo la tradizione romana, il teatro, seppure di modeste proporzioni, fu costruito lo stesso al di fuori del centro urbano e lungo l’asse stradale la “via recta” che ne facilitava l’accesso e il deflusso.

Sempre secondo i canoni architettonici prescritti dal celebre architetto Vitruvio, l’esposizione corretta alla luce del sole, ai venti, era particolarmente importante sia per l’adeguata illuminazione solare che per una ideale climatizzazione. Anche il paesaggio naturale circostante era sfruttato ai fini di una scenografia generale.

Tutto ciò lo troviamo realizzato nel teatro anziatino posto in alto, sul pianoro delle Vignacce, oggi Piazza del teatro romano, con la cavea orientata da est verso ovest in modo che dalle gratinate si potesse, con lo sguardo, oltrepassare la finzione scenica per spaziare dal litorale costellato di palazzi, di ville e di giardini, lungo la marina.

Il teatro misura 30 m. di diametro, possiede una cavea suddivisa in 11 cunei o settori radiali, tagliati a metà da un corridoio coperto ed ornato da lesene intervallate. Tre accessi, costituiti da un fornice centrale e due laterali assicuravano alla cavea un ottimale accesso e una razionale distribuzione degli spettatori nei vari settori. Mentre le gratinate sono andate distrutte, a stento si può riconoscere l’ubicazione della orchestra che aveva un diametro di circa 10m.

La scena che chiude il semicerchio della cavea era articolata da quattro grossi corpi in muratura che, simmetricamente creavano rientranze e sporgenze, luci ed ombre. Ai piedi del palco della scena, due corridoi permettevano il passaggio degli attori, dei fondali, delle scene.

Alle spalle dell’edificio che chiude la scena, erano ubicati dei piccoli cubicoli con volta a botte e completamente rivestiti in marmo bianco, da interpretarsi, vuoi per le loro proporzioni che per la loro ubicazione come i camerini degli attori. La facciata esterna della scena era abbellita da un colonnato che sorreggeva un lungo portico che sopravanzava la scena stessa. Tutto il restante prospetto esterno del teatro era ornato da una serie continua di fornici a tutto sesto sostenuti da pilastri ornati da mezze colonne. Sia i pilastri che le semicolonne erano state realizzate in laterizio: questa cortina laterizia mostra una estrema maestria nell’esecuzione, sia nella regolarità dei giunti che nella costante ripetizione del modulo costruttivo e, soprattutto, nel taglio e nella levigatura dei mattoncini che formano le semicolonne. I fori regolari di grappe, però, ci documentano che nonostante tanta precisione anche il prospetto esterno era rivestito di lastre di marmo. L’intera fabbrica del teatro, mossa dalle innumerevoli arcate e scintillanti marmi bianchi, era sollevata ed esaltata, per contrasto, su di un alto zoccolo di grossi parallelepipedi di pietra vulcanica che a guisa di podio assicurava oltre ad un sicuro effetto cromatico, anche un solido espediente statico. Il portico, costruito cioè dietro la scena, contava in origine ben 18 colonne. Successivamente le due ultime colonne di ogni lato furono inglobate in due piccoli vani riducendosi così il numero a 14. Delle colonne ancora oggi sono ben visibili alcune basi. Le grigie colonne, che erano state fatte con la stessa pietra vulcanica del basso podio, che rimanevano di fronte, probabilmente non erano stuccate come succedeva spesso nel mondo antico si operava con materiale poco pregiato, proprio per accentuare in questo caso l’effetto cromatico di cui abbiamo accennato prima. Se furono stuccate invece, quasi sicuramente furono dipinte a finto marmo scuro, simile alla pietra grigia dello zoccolo su cui poggiava l’intera fabbrica e lo stesso portico. Questo porticato sappiamo che era esplicitamente destinato a riparare gli spettatori in caso di pioggia repentina o per offrire loro un luogo ombreggiato durante i calori estivi, o comunque luogo di passaggio e di conversazione. Attraverso lo studio delle murature data la costruzione dell’edificio alla metà del primo secolo d.C. mentre gli ambienti aggiunti ed alcuni piccoli rifacimenti noi possiamo datarli tra la fine del I sec. o al massimo del primo decennio del II sec. d.C. Le dimensioni piuttosto ridotte e la ricchezza dei marmi ne fanno un teatro forse poco popolare, ma destinato dalla famiglia imperiale giulio-claudia che lo fece costruire per quella società elegante e raffinata che affollava, soprattutto nei mesi estivi, la città di Antium